mercoledì 17 giugno 2015

Monumento ai caduti di Barzio

Il Monumento ai caduti di Barzio, noto anche come il Leone di Barzio, ricorda i caduti di Barzio per tutte le guerre, inaugurato il 23 agosto 1952 si ispira al primo monumento ai caduti andato distrutto. Il monumento è collocato in mezzo a Piazza Garibaldi centro del paese in una piccola area pedonale rialzata.
Il progetto del monumento è degli architetti Marangoni e Monesi, la statua del leone è opera dello scultore Giuseppe Mozzanica.

Il monumento ai caduti di Barzio ha un basamento rettangolare in pietra di circa quattro per tre metri che solleva l'intera struttura di 80 centimetri da terra dal lato del bar gelateria Chalet, leggermente più in basso dall'altro. E' dominato dalla figura di un leone in bronzo di una lunghezza approssimativa di due metri, sopra un sasso di color ruggine in leggera pendenza che esalta il suo portamento. Si apprezza la criniera, il corpo e la coda, la sua testa è leggermente piegata a destra, lo sguardo tra l'altero e il stupito è rivolto a sud verso le case più vecchie della piazza. Sul sasso e sporgente, vicino alla zampa destra del leone, è deposta una bandiera in bronzo.
Il basamento del monumento è contornato da una serie di croci metalliche di circa trenta centimetri per venti nel quale spicca una lastra bianca di marmo, angolare verso Via Roma e le case vecchie di Piazza Garibaldi. Sul marmo sono scritti tre versi di Renzo Buzzoni, in stampatello rosso:
Ruggi non domo ed eco fa il Pioverna
forte nell'ugne il tricolore serri
simbolo che nostra fe' nel bronzo eterna
In direzione delle case, nella stessa forma:
Barzio ai suoi caduti

Dietro al leone si alza un obelisco in granito come una colonna alta circa quattro metri e larga circa trenta centimetri, che si restringe leggermente dal basso verso l'alto nel lato sud-nord, una croce di cinquanta centimetri è incisa in rosso verso monte. La stele regge due bassorilievi in bronzo alti circa un metro, uno a sud e uno nord, opera dello scultore Michele Vedani.
Nel bassorilievo verso il leone una donna, probabilmente una moglie, bacia un soldato con il braccio sinistro aperto, sta partendo, alla veste della donna si aggrappa un bambino piccolo. In quello del lato opposto della stele un soldato su un sasso alza una bandiera con la mano sinistra, probabilmente in segno di vittoria, nell'altra mano in basso un fucile, sotto il sasso si intravedono le teste di altri soldati.
A fianco al bassorilievo del soldato che parte dal basamento sopra un sasso due coppe di mezzo metro lavorate in bronzo contrapposte con in cima un elmetto che formano una lampada.

Tre lapidi di marmo bianche leggermente inclinate ricordano i caduti di Barzio di tutte le guerre, con i nomi incisi in rosso. Le lapidi sono sul basamento, circondate da sassolini di ghiaia bianchi, rivolte verso il lato est della piazza ovvero verso la montagna, dietro al corpo del leone.
Nella prima lapide viene ricordato il caduto nella guerra Africa 1896, Arrigoni Antonio, e quelli della guerra 1915 - 18 da Arrigoni Neri Giov. a Molteni Isidoro.
Nella seconda proseguono i nomi della guerra 1915 - 18 da Moneta Calimero a Valsechini Giovanni, e per la guerra 1940 - 1945 in Grecia Albania i due caduti Arrigoni Neri Angelo e Camozzini Giuseppe di G., in Germania con i nomi da Paroli Natale a Tantardini Germano.
Nella terza lapide Rappresaglia in Zona 1945 i nomi da Amati Carlo a Valsecchi Cesare, In Servizio Pezzati Silvano, Dispersi i nomi da Arrigoni Domenico di V. a Scandella Lorenzo.

Facendo una analisi del monumento ai caduti di Barzio e iniziando dal leone, esso è simbolo della forza e del coraggio dei soldati che difendono l'Italia, rappresentata dalla bandiera che è vicino agli (è stretta dagli) artigli della zampa di destra del leone, la più avanzata. La posizione della statua è ottima, sopra le teste di chi guarda, esaltata dal sasso rosso che lo sostiene, rosso ruggine che ricorda la roccia della Rocca di Baiedo. La statua è ben scolpita per la parte del corpo e della coda, mentre sembra meno riuscito lo sguardo del leone con sentimenti diversi tra loro: la bocca è aperta con curva rivolta verso il basso, gli occhi all'infuori, sembra un leone un po' vecchio.
Il monumento ha due elementi significativi: il leone e il bronzo, in bronzo è il leone, i bassorilievi, l'elmetto e la bandiera come il terzo verso di Buzzoni dice: simbolo che nostra fe' nel bronzo eterna e prevale sui tre colori della bandiera italiana. La bandiera, parte fondamentale per comprendere il significato del monumento, non si individua immediatamente, si vede bene da dietro al sasso.
I due bassorilievi, di cui si riconosce l'ottima fattura, rievocano uno il dolore della separazione l'altro la vittoria sul nemico; la stele con la sua piccola croce, al primo impatto può passare inosservata ma completa il monumento con discrezione.
La scritta sul marmo bianco nello spigolo del monumento Barzio ai suoi caduti è un po' piccola.

Il presente monumento ai caduti di Barzio ha sostituito il primo monumento ai caduti di Barzio, collocato sempre al centro di Piazza Garibaldi. Il monumento fu inaugurato nel 1923, il 26 agosto giorno in cui Barzio festeggia il suo santo patrono Sant'Alessandro martire. Il leone era in direzione opposta rispetto a quella attuale e delimitato da una piccola area a cui fu aggiunta una cancellata a sua protezione, ci sono molte fotografie che lo hanno ritratto.
Su un alto palco bianco e sbalzato, più di tre metri, un leone in bronzo su un sasso, sul quale si intravede una picozza, difende una bandiera avvolta in un'asta che termina come una lancia anch'esse di bronzo. Due bassorilievi sono collocati al centro della struttura del palco, a monte e a valle, verso monte ai lati due lapidi a ricordo dei caduti della prima guerra mondiale. La statua del leone e i bassorilievi sono opera di Michele Vedani, nato nel 1874 che aveva studiato all'Accademia di Brera, di cui sono state conservate le due formelle presenti nel monumento di adesso.
Sul monumento i versi di Renzo Buzzoni che aveva preso spunto da una poesia del bellanese Sigismondo Boldoni, 'rugge il Pioverna dai gorghi neri'.
Il leone durante la seconda guerra fu fuso per motivi bellici, nella piazza rimase sconsolato solo il basamento, finita la guerra si pensò alla ricostituzione del memoriale, compiuta poi nel 1952.

Il Leone di Barzio e la sua area pedonale sulla cui pavimentazione c'è lo stemma comunale, circondata da panche, abbellita con piccoli abeti e un acero rosso, è luogo prediletto per gli abitanti e villeggianti per darsi appuntamento e sostare.

  1. Federico Francesco Oriani, Storia di un monumento: il Leone di Barzio (23 agosto 1952 - 23 agosto 2002), pagine 5-9. Estratto da Archivi di Lecco n. 2-3-2002
  2. Censimento Monumento ai caduti Lecco. Barzio - monumento (PDF). Progetti. archiviodistatocomo.beniculturali.it
  3. Giuseppe Mozzanica. it.wikipedia.org
  4. Michele Vedani. it.wikipedia.org
  5. Federico Francesco Oriani, Storia di un monumento: il Leone di Barzio (23 agosto 1952 - 23 agosto 2002), pagine 1-5. Estratto da Archivi di Lecco n. 2-3-2002
  6. Foto e cartoline vecchie di Barzio. ganassa.it
  7. Sigismondo Boldoni. treccani.it

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