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Il monumento ai caduti di Barzio è un monumento in memoria dei soldati di Barzio caduti in guerra posto nel centro del paese, in mezzo a Piazza Garibaldi in una piccola area pedonale. Su un basamento, il palco è dominato a più di due metri di altezza da una statua in bronzo di un leone in piedi su un sasso di colore rossiccio, per la quale il monumento è chiamato il leone di Barzio. La posizione migliore per ammirarlo è lungo il corpo, dalla salita di Via Roma o di fronte allo Chalet, e dalla testa, che guarda verso le case basse della piazza. Il leone è simbolo della località più rinomata della Valsassina, nonché attrazione turistica; il caro leone è anche luogo privilegiato dove darsi appuntamento nel paese. Di fianco al leone, si alza una stele di granito alta quasi quattro metri con due formelle in bronzo in direzioni opposte. Sulla cornice in marmo bianco dello spigolo del basamento, tre versi memorabili, e la dedica, Barzio ai suoi caduti. Dalla parte opposta del monumento, su tre lapidi di marmo bianco ci sono i nomi dei militari caduti in guerra, della Prima guerra mondiale e della Seconda, oltre a un caduto nella Guerra d'Africa del 1896, elencati in ordine alfabetico, con la data di nascita e la data di morte, e una lampada votiva.[^][^]
Il monumento ai caduti di Barzio fu inaugurato il 23 agosto 1952, ispirato al primo monumento ai caduti del 1923 andato in rovina durante la guerra. Il progetto del monumento è degli architetti Marangoni e Monesi, la statua del leone è opera di Giuseppe Mozzanica, le formelle sono di Michele Vedani recuperate dal vecchio monumento.
Con Monumento ai caduti di Barzio, concludo la rivisitazione degli otto post che pubblicai 10 anni fa all'inizio dell'estate 2015 nel blog Barzio, che ora ha il nome In giro per Barzio.
Leone in bronzo
Sopra un plinto di circa 80 centimetri, una statua di un leone in bronzo a grandezza naturale, due metri di lunghezza e un metro e venti di altezza circa, è in piedi su un sasso di colore rossiccio o ruggine sopra la testa di un osservatore.[^] Dal lato a valle, si ammira il corpo e la coda del leone, mentre la grossa testa e la folta criniera sono rivolte verso le case più vecchie della piazza con i negozi, ossia verso sud. Il leone non incute paura, la bocca è a u rovesciata, gli occhi spalancati,[^] al massimo il solitario felino africano trapiantato in una montagna lombarda suscita rispetto per la fama di forza e superbia, oltre a stupore per l'insolita presenza e simpatia. Sul sasso è deposta una bandiera in bronzo che è difesa dagli artigli della zampa destra del leone.[^] Simbolicamente il leone rappresenta l'eroismo e il coraggio dei soldati che hanno combattuto per la patria, che fisicamente è la bandiera in bronzo. Allo stesso tempo è vulnerabile, come la vita, strappata troppo presto. Nel leone di Barzio c'è anche l'orgoglio di una terra che per il bene dell'Italia ha sacrificato i propri figli. Il grosso sasso[^] ambienta la scena del monumento ai caduti in Valsassina perché proviene dalle Rocce Rosse (rocce metamorfiche di origine sedimentarie che prendono il nome di verrucano)[^] dietro alla Rocca di Baiedo, un massiccio calcareo che restringe la valle tra Pasturo e Introbio.
Plinto
Il monumento ai caduti di Barzio appoggia su un plinto rettangolare in pietra rossiccia di circa quattro per tre metri[^] che solleva l'intera struttura di ottanta centimetri da terra dal lato a valle, dove c'è il bar gelateria Chalet, leggermente di meno verso monte perché la piazza è in leggera pendenza.
Prima di proseguire nella descrizione, mi accorgo di avere citato valle, monte e i punti cardinali per indicare la direzione. Puntualizzo allora che nella piazza dove è collocato il monumento, la piccola e bella Piazza Giuseppe Garibaldi rovinata dal passaggio dei veicoli, valle è a ovest, dove dall'altro versante si erge la Grigna, monte è a est, dove sale il Monte Orscellera, nord è in direzione di Via Ippolito Manzoni e il negozio di articoli sportivi Marocco Sport.
Sulla cornice in marmo bianco del basamento, sotto la testa del leone, sui due spigoli in alto ci sono due epigrafi in caratteri di colore rosso. Nella direzione verso valle, tre versi per il leone di Barzio:[^]
Ruggi non domo ed eco fa il Pioverna
forte nell'ugne il tricolore serri
simbolo che nostra fe' nel bronzo eterna
Il leone indomabile ruggisce così forte che il Pioverna fa eco del suo verso. Molti sanno che il Pioverna è il torrente che scorre in Valsassina, il quale nasce in Grigna ai 1813 metri della Bocchetta di Campione e sfocia nel Lago di Como a Bellano.[^] Con le unghie fortemente stringe la bandiera tricolore, simbolo che nel bronzo la nostra fede (nella nazione) si eterna.
I versi sono di Renzo Buzzoni un poeta locale vissuto nel Novecento,[^] rimaneggiati da quelli del bellanese Sigismondo Boldoni[^] di tre secoli prima, rugge il Pioverna dai gorghi neri. È da sapere che il torrente Pioverna prima di sfociare nel Lario ha scavato una profonda gola e modellato le imponenti rocce della montagna, creando un ambiente tetro e suggestivo. Il cupo rombo delle acque tumultuose e la bellezza selvaggia della natura hanno da sempre ispirato misteriosi racconti e leggende e ancora oggi questi luoghi sono avvolti da un alone di mistero.[^] Boldoni descrisse nel Seicento queste gole e cascate come orrore di un'orrenda orrendezza, per cui oggi si chiamano Orrido di Bellano.[^][^]
Tornando alla cornice del basamento, nell'altro spigolo, rivolto verso le vecchie case, dette anche Buzzoni dagli antichi proprietari, sulla lastra bianca, con gli stessi caratteri della poesia, una semplice dedica, Barzio ai suoi caduti.[^]
Dietro il corpo del leone in bronzo che protegge Barzio, guardando verso la montagna, si innalza un obelisco in granito[^] di circa quattro metri e largo circa trenta centimetri, che si restringe leggermente dal basso verso l'alto nei due lati sud e nord. La stele regge due bassorilievi in bronzo[^] di uguale dimensione, circa un metro di altezza per cinquanta centimetri, che si vedono ad altezza uomo, uno a sud e uno nord, opera dello scultore lecchese Michele Vedani. Le due formelle[^] sono state salvate dal monumento ai caduti inaugurato nel 1923 e riproposte nel nuovo monumento per il valore artistico, modellate con il tocco mosso e rapido in voga nella scapigliatura.
Il bassorilievo più vicino alla testa del leone gode di maggiore visibilità e ha un notevole impatto emotivo. Una donna abbraccia e bacia un soldato, che è nell'atto di partire per la guerra, alla cui gonna si aggrappa un bambino piccolo; l'uomo ha il braccio sinistro aperto. L'artista ha scolpito nel bronzo il dolore di una famiglia nel giorno del distacco, con tutte le paure che procura la guerra, che è più vero e fa più male per la presenza del bambino.[^]
L'altro bassorilievo si osserva lateralmente dalla coda del leone, mentre frontalmente è nascosto per la presenza di un cipresso che è cresciuto, la pianta è la vista di chi proviene da Via Ippolito Manzoni. Nel bronzo, sporge in rilievo un soldato su un sasso che alza una bandiera con la mano sinistra, in segno di vittoria, in quella di destra tiene un fucile verso il basso, sotto la cima di un monte si intravedono le teste di compagni. Lo scopo principale dei monumenti dei caduti non è celebrare una vittoria, che comunque è l'obiettivo di chi va (viene mandato) a combattere in guerra in difesa della patria, che il Vedani rappresenta nella sua arte.[^]
Tre lapidi in marmo bianco con i nomi
La caratteristica innovativa dei monumenti ai caduti del Novecento sono i nomi, incisi su una o più lapidi, a perenne memoria di chi è caduto in guerra per difendere la nazione. Il monumento ai caduti di Barzio ha una storia diversa dalla maggior parte dei monumenti ai caduti in Italia. Quest'ultimi sono stati edificati dopo la prima guerra mondiale, mentre quello di Barzio dopo la seconda, a rifacimento del monumento più vecchio. Così è stato ideato per unire i morti della prima e della seconda guerra, mentre di solito i nomi dei caduti della seconda guerra sono stati aggiunti a quelli della Grande Guerra nel monumento già esistente.
I nomi dei caduti barziesi sono in tre lapidi bianche leggermente inclinate per favorire la lettura, in fila orizzontale, che si osservano dalla direzione a monte del monumento. Per chi conosce il paese, la posizione è dove le macchine aggirano la piazza, di fronte a Bar Sport. Da altezza uomo, i nomi più in basso si leggono dietro alla rifinitura del basamento costituita da una serie di croci metalliche di circa trenta centimetri per venti lungo tutta la struttura del monumento. Dietro, sulla superficie della stele, una croce rossa.[^] I nomi sono in ordine alfabetico, senza la data di nascita e la data di morte, incisi in rosso, ridipinti con una certa frequenza. In corrispondenza dell'angolo del monumento dove ci sono le lapidi, c'è un palo verde alzabandiera, con il tricolore. Il rito dell'alzabandiera avviene in rare occasioni, adunate di piazza per sfilate di alpini[^] e nella ricorrenza del 4 novembre.
Nomi dei caduti
Elenco i nomi, provando a imitare anche l'impaginazione.
A sinistra, la prima lapide:[^]
| Africa 1896 |
Arrigoni Antonio |
|
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| 1915 - 1918 |
Arrigoni Neri Giov. |
|
Arrigoni Rocco |
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Buzzoni Antonio |
|
Buzzoni Arturo |
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Costadoni Francesco |
|
Ganassa Alessandro |
|
Ganassa Ambrogio A. |
|
Ganassa Giovanni |
|
Ganassa Giuseppe |
|
Invernizzi Antonio |
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Invernizzi Carlo di G. |
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Invernizzi Carlo di P. |
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Invernizzi Domenico |
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Invernizzi G. Domenico |
|
Invernizzi Giuseppe |
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Merlo Candido Felice |
|
Molteni Carlo |
|
Molteni Giosuè |
|
Molteni Giovanni |
|
Molteni Isidoro |
Al centro, la seconda lapide:[^]
|
Moneta Calimero |
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Pelagatta Biagio |
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Pelagatta Romeo |
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Plati Carlo |
|
Plati Giovanni |
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Plati Giuseppe fu G. |
|
Plati Giuseppe fu B. |
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Riva Casimiro |
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Rosa Bernardo |
|
Rossi Carl Antonio |
|
Rossi Pietro |
|
Salvi Vittorio |
|
Valsecchi Carlo |
|
Valsechini Giovanni |
| 1940 - 1945 |
|
| Grecia |
Arrigoni Neri Angelo |
| Albania |
Camozzini Giuseppe di G. |
|
|
| Germania |
Paroli Natale |
|
Platti Carlo |
|
Rosa Giuseppe |
|
Ruffinoni Giuseppe |
|
Tantardini Germano |
A destra, la terza lapide:[^]
| Rappresaglia |
Amanti Carlo |
| in Zona 1945 |
Gargenti Martino G. |
|
Molteni Eufrasio |
|
Pezzati Oreste |
|
Valsecchi Cesare |
|
|
| In Servizio |
Pezzati Silvano |
|
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| Dispersi |
Arrigoni Domenico di V. |
|
Invernizzi Antonio |
|
Rosa Giacomo |
|
Rossi Zanetti Luigi |
|
Rossi Pietro Riccardo |
|
Scandella Lorenzo |
Per distinguere i nomi omonimi (i due Invernizzi Carlo e i due Plati Giuseppe) è stata aggiunta l'iniziale del padre, introdotta da di o fu, secondo se il padre era vivente o defunto, notazione che viene estesa a due caduti che non hanno omonimia (Camozzini Giuseppe e Arrigoni Domenico). Merlo Candido Felice fu ricordato seppur fosse di Cremeno.
Contando i nomi del monumento ai caduti di Barzio, l'austero leone di Barzio, vengono ricordati: 1 caduto della guerra d'Africa 1896,[^] ossia della prima guerra italo-etiopica, 34 caduti della prima guerra mondiale 1915-1918, 19 caduti e dispersi della seconda guerra mondiale 1940-1945.
Lampada votiva
Sul podio, una lampada votiva in bronzo ha il compito di tenere accesa la memoria del sacrificio dei soldati, che si trova sullo sfondo tra la prima e la seconda lapide, mentre è nascosta da valle dal leone. Su un sasso rossastro della stessa origine di quello del leone ma molto piccolo, una coppa è costituita da due metà simmetriche rovesciate di mezzo metro ciascuna, lavorate in bronzo, che in cima regge un elmetto, il cui effetto è quello di formare una lampada.[^]
Area pedonale
Alla fine del XX° secolo, il monumento ai caduti di Barzio è stato protetto e valorizzato con la realizzazione di un'area pedonale, che è di dimensioni ridotte, ma sufficiente per diventare il luogo prediletto di villeggianti e turisti, che ammirano il solitario e severo guardiano di Barzio, scattano foto e si fanno dei selfie.[^] Una parte più vicina al monumento è rialzata di un gradino, dove sulla pavimentazione è disegnato lo stemma comunale,[^] mentre più a ridosso le piastrelle lasciano spazio a ciottoli. A ridosso del monumento, a nord c'è una piccola area verde triangolare con un cipresso, che è nel tempo è cresciuto quanto l'altezza della stele, tre o quattro metri. A bordo strada verso Marocco Sport, un altro spazio che delimita l'area, a terra sassi e un acero rosso.
Attualmente, la zona è impedita alle macchine da tre catene metalliche, due lunghe ai due bordi del bar gelateria Chalet e una più corta dietro, rette da due piloncini di granito, di cui uno è tra i sassi vicino all'acero. Una panca di legno piuttosto lunga è posizionata lateralmente, mentre due altrettanto semplici sono verso monte.
Progetto e inaugurazione, 23 agosto 1952
Nel dopoguerra del secondo conflitto, Barzio pensò alla ricostruzione del memoriale collocato nel 1923 nel mezzo di Piazza Garibaldi rimasto senza leone per restituire dignità alla fila dei nomi dei caduti ancora incisi sul marmo del piedistallo e unirli ai caduti della guerra appena terminata, e ad Antonio Arrigoni, morto nella guerra di Abissina del 1896, poi scritta nella lapide come guerra d'Africa. Il bronzo del leone e il ferro delle cancellate del monumento ai caduti erano stati requisti per essere fusi.
Il progetto del monumento ai caduti di Barzio fu affidato agli architetti Marangoni e Monesi[^] dalla società Pro Barzio costituita per l'opera, sovvenzionata dal costruttore Giovanni Arrigoni Battaia. I due giovani architetti non potevano fare altro che riproporre una nuova scultura del primo monumento, che in meno di vent'anni di vita era già pietra miliare. Per realizzare il nuovo leone in bronzo, stranamente non fu richiamato l'artista Michele Vedani, autore del precedente, del quale invece furono ricollocate in una stele di granito alta quattro metri le due formelle, che erano state salvate dalla furia distruttrice della guerra. Per continuità con l'opera precedente, sul basamento furono riscritti i tre versi patriottici di Renzo Buzzoni. Giuseppe Mozzanica[^] scolpì un leone adulto con lo sguardo verso le case Buzzoni. In questa posizione è impossibile Ruggi non domo ed eco fa il Pioverna, il primo dei versi sul basamento preso letteralmente, perché il torrente e la valle sono nella direzione opposta del muso, quelli che guardava il leone del 1923.
Il ricostituito monumento ai caduti di Barzio fu inaugurato sabato 23 agosto 1952, accompagnato dalla Leggenda del Piave suonata dalla banda musicale Santa Cecilia del paese e da quella di Lecco. Il monumento fu benedetto dal parroco Don Pietro Tenca. Queste informazioni sono tratte dall'articolo dello storico Federico Oriani scritto per il cinquantenario della nuova nascita, che ricostruisce anche la storia del primo monumento: Storia di un monumento: il leone di Barzio (23 agosto 1952-23 agosto 2002) pubblicato in Archivi di Lecco Anno XXV - N.2-3 Aprile-Settembre 2002.[^]
Progetto del primo monumento ai caduti di Barzio e inaugurazione, 26 agosto 1923
Il presente monumento ai caduti ha sostituito il primo monumento ai caduti di Barzio, collocato sempre al centro di Piazza Garibaldi. Lo strazio della prima guerra mondiale, pur vittoriosa per l'Italia che nel novembre del 1918 completa l'unificazione nazionale con l'annessione di Trento e Trieste, e i relativi territori,[^] aveva lasciato quasi tutte le famiglia in lutto per il grande numero dei soldati morti. La richiesta delle comunità locali di un segno nel territorio della perdita e del vuoto fu accolta dalla politica locale e nazionale come mediazione e parziale ricompensa. Così ogni paese d'Italia ha un suo monumento ai caduti, posizionato per la rilevanza in un luogo strategico, la piazza principale, nel centro storico, davanti a una stazione ferroviaria, in un parco, e persino un viale della rimembranza, che associa un albero a un caduto. Pensati prima dell'epoca fascista, furono realizzati all'inizio del nuovo corso politico italiano.
L'idea di un monumento fu promossa da un comitato Pro-Barzio presieduta da Ferdinando Merlo e dal successivo "Comitato esecutivo pro ricordo ai Caduti" istituito il 12 marzo 1922. Il luogo di maggiore visibilità era il crocevia che nel 1886 aveva preso il nome di Garibaldi, il condottiero che contribuì in maniera decisiva a unificare l'Italia con la Spedizione dei Mille.[^] Dopo la prima guerra mondiale, negli Anni Venti del Novecento, la piazza era piccola, senza un collegamento diretto a valle, l'odierna Via Roma infatti non c'era, e un monumento proprio non ci stava. Tra la piazza e Via Ippolito Manzoni, un terreno era in usufrutto a Domenica Dionigi, vedova di Ippolito Manzoni, al quale era stata intitolata la via. La nuda proprietà per volontà dei due coniugi era stata ceduta alla diocesi di Milano per erigere una nuova chiesa parrocchiale. La necessità del comune di disporre di questo spazio in vista della costruzione del monumento ai caduti fu accolta dal vicario generale della diocesi, Mons. Ambrogio Portaluppi. Il 30 luglio 1922, Domenica Dionigi rinunciò all'usufrutto. Il costo del monumento fu coperto dalla generosità di residenti e villeggianti e dal comune, che stanziò 25.000 lire. Nell'estate 1922 furono promosse svariate attività di raccolta fondi, vendita di spille, crocette e decorazioni, una pesca di beneficenza e una lotteria, rispettivamente di 4.000 e 6.000 biglietti. La gara d'appalto fu vinta il 31 marzo 1923 da Michele Vedani, che scelse in modo originale una statua in bronzo di un leone come elemento principale del monumento.
Per inaugurare il monumento ai caduti di Barzio fu scelta una data simbolica, il 26 agosto 1923, giorno del santo patrono Sant'Alessandro martire, che cadde di domenica. Il paese era imbandierato di miriadi bandiere tricolore. La SAL organizzò per l'evento numerose corse straordinarie di autobus Lecco-Barzio-Lecco a 18 posti dalle 8 alle 17 e per il trasporto locale una navetta per Maggio, nel tempo in cui il ponte della Vittoria era in costruzione. Prima, era arrivato il leone in bronzo, trasportato su un carretto, che suscitò meraviglia e stupore, e fu ricoperto. Il solenne giorno prevedeva diversi momenti: un rinfresco, una messa presieduta da Monsignor Rusconi del Santuario S. Celso di Milano, lo scoprimento del monumento, la benedizione del parroco don Vincenzo Imperiali. Poi, poesie recitate da due bambine e un balilla. Infine, il discorso di presentazione e ringraziamento del sindaco Merlo e quello dal rappresentante del Prefetto. Parteciparono al grande evento, i sindaci della valle e di Lecco, il Prefetto, onorevoli, rappresentanti di partito, militari, alti prelati, Associazioni dei Combattenti, delle Madri e Vedove dei Caduti, dei Mutilati e Invalidi, associazioni sportive, sezioni fasciste, Alpini, giornalisti di redazioni locali e nazionali, e il popolo, che accorse festante numeroso.[^]
Il monumento ai caduti di Barzio del 1923 e la sua fine
Su un alto palco bianco e sbalzato di più di tre metri, un leone in bronzo è in piedi su un sasso con le zampe posteriori più in alto, la testa diritta. Sul sasso è posata una bandiera avvolta in un'asta che termina come una lancia, di bronzo come il felino; si intravede anche una picozza. Il leone guarda la Valsassina nella direzione in cui scende il Pioverna, a nord, ossia ruotato in senso opposto rispetto a quello attuale. È un giovane leone dalla muscolatura asciutta, con la coda rigida, retto sulle zampe che ruggisce minaccioso, pronto a scattare in una tensione vigile. Due bassorilievi sono collocati al centro della struttura del palco in direzione opposte, a monte il bassorilievo della donna che bacia il soldato in partenza. Ai due lati di questo bassorilievo, due lapidi con i nomi dei caduti della prima guerra mondiale.[^] Il titolo della prima lapide era:
| Barzio |
| ai figli caduti |
| nella guerra di liberazione |
| 1915-1918 |
Rispetto ai nomi della Grande Guerra incisi sul monumento del 1952, che ammiriamo oggi in Piazza Garibaldi, mancavano Pelegatta Romeo (morto nel 1922) e Rossi Pietro. Numerose sono le fotografie e cartoline conservate del vecchio monumento, alcune inquadrature sono in primo piano.[^] Sia la statua del leone sia i bassorilievi erano opera di Michele Vedani. Contribuì alla scelta del leone la formazione artistica dell'autore, il quale aveva realizzato bronzetti esposti a Brera, alla Biennale di Venezia del 1906 e in Sansone che strozza il leone, premio Fumagalli 1903.[^] L'opera ebbe l'approvazione da Medardo Rosso, il famoso scultore impressionista che risiedeva nel paese. Michele Vedani nacque a Milano nel 1874, studiò all'Accademia di Brera; fu un prolifico scultore, autore di numerosi monumenti e busti a Milano, Lecco, Como, Pavia, Varese e di modelli per medaglie. Morì nel capoluogo lombardo a 94 anni.[^]
Sulla pietra del monumento vennero scritti versi di Renzo Buzzoni, ispirati da una poesia del bellanese Sigismondo Boldoni. Tra il 1932 e il 1934, il monumento fu recintato con una protezione alta poche decine di centimetri.[^]
Nel giugno 1940 l'Italia entra in guerra. La carenza di metalli per produrre armi non risparmia il prezioso leone in bronzo valsassinese dalla fusione dell'Ente Distribuzione Rottami, né persino la cancellata. Nella piazza rimase sconsolato il cubo della base con i nomi dei figli di Barzio caduti nel 1915-1918, e la recinzione.
Note
- Mauro Vezzoli (2 giugno 2005- ). "Monumento ai caduti di Barzio". [Album di Google Photos]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli. "Monumento ai caduti di Barzio". [Album di Flickr]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (20 agosto 2013). "Il fiero leone nel centro di Barzio, simbolo del coraggio dei soldati che diedero la vita per l'Italia nella Prima e nella Seconda guerra mondiale.". In Centro storico di Barzio, Estate, In giro per Barzio, Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Google Photos]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (17 giugno 2015). "Il volto del leone di Barzio e criniera in primo piano. Il felino non fa paura, la bocca disegna un arco all'ingiù, gli occhi sono infossati. Scrivo la descrizione della foto del monumento ai caduti di Barzio, così come le altre di Piazza Garibaldi, nove anni dopo lo scatto del giugno 2015.". In In giro per Barzio. [Foto di Facebook]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (16 giugno 2015). "Ancora un primo piano del monumento del 16 giugno 2015, bandiera in bronzo piegata sul sasso e punta dell'asta.". In Centro storico di Barzio, Estate, Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Google Photos]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (17 giugno 2015). "Il sasso di color ruggine leggermente inclinato sul quale si appoggia il leone. La pendenza favorisce il portamento della statua dell'animale.". In In giro per Barzio, Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Flickr]. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Verrucano". Treccani. Consultato il 4 novembre 2024.
- "monumento ai caduti - ad obelisco, opera isolata di Giueseppe Mozzanica, Vedani Michele (XX secolo)". Catalogo generale di Beni Culturali. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (31 luglio 2013). "Ruggi non domo ed eco fa il Pioverna il primo dei tre versi di Renzo Buzzoni sul bordo bianco del monumento, che qui copio: RUGGI NON DOMO ED ECO FA IL PIOVERNA FORTE NELL'UGNE IL TRICOLOR SERRI SIMBOL CHE NOSTRA FE' NEL BRONZO ETERNA.". In In giro per Barzio. [Foto di Facebook]. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Pioverna". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
- Buzzoni, Renzo (1958). "Buzzoni". Bergamini memoria viva. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Sigismondo Boldoni". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Orrido di Bellano". Montagne Lago di Como. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Orrido di Bellano". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Orrido di Bellano". Discovering Bellano. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (16 giugno 2015). "Spigolo del monumento ai caduti di Barzio con due epigrafi sul basamento in marmo bianco, i tre versi di Renzo Buzzoni che esaltano la figura del leone e Barzio ai suoi caduti.". In Centro storico di Barzio, Estate, Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Google Photos]. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Obelisco". Treccani. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Bassorilievo". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Formella". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (16 giugno 2015). "Numerosi sono gli elementi che costituiscono il monumento ai caduti di Barzio. Sulla stele di granito, spicca un bassorilievo in bronzo, in cui è rappresentato il bacio di una donna a un soldato che sta partendo, alla veste della donna si aggrappa un bambino. L'artista ritrae quindi il dolore di una famiglia nell'atto del distacco dovuto alla discesa in guerra.". In In giro per Barzio, Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Flickr]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (19 giugno 2015). "Per la posizione del bassorilievo del soldato che solleva la bandiera in segno di vittoria devo aspettare il tardo pomeriggio affinché venga illuminato dal sole. L'opera sull'obelisco del monumento ai caduti è di Michele Vedani.". In In giro per Barzio. [Foto di Facebook]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (16 giugno 2015). "Arrivato da una settimana, dopo metà giugno mi concentro sullo splendido monumento ai caduti di Barzio perché sto scrivendo un articolo su di esso, che insieme a Piazza Garibaldi inaugura il mio blog su Google. L'ambizioso progetto è descrivere le vie, le piazze, le località del paese della Valsassina. Le tre lapidi bianche del monumento ai caduti con i nomi dei caduti e il leone sul sasso. Sullo Zucco di Desio, nuvole.". In Centro storico di Barzio, Estate, Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Google Photos]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (8 luglio 2023). "Cerimonia dell'alzabandiera al monumento ai caduti di Barzio per congedare la settimana di esercitazioni in Valsassina del 2° Reggimento Alpini della Brigata Alpina Taurinense. Alla mattina di sabato 8 luglio 2023 in Piazza Garibaldi, risuona l'Inno di Mameli o Canto degli Italiani, suonato dalla Banda Santa Cecilia e cantato dai presenti. Come nel 2016 in Cornisella, per il significativo gesto giro uno dei pochissimi filmati.". [Video di YouTube]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (16 giugno 2015). "La lapide più a sinistra del monumento ai caduti con i nomi delle guerre più vecchie, un barziese morto nella guerra d'Africa del 1896 e quelli della prima guerra mondiale, 1915-1918, in ordine alfabetico, fino a Molteni Isidoro. La cornice sopra il basamento è una originale serie di piccole croci in ferro, con un piccolissimo spazio tra l'una e lì'altra unito con una saldatura. Giudico le foto di oggi del monumento ai caduti di Barzio professionali tanto da pubblicarle non solo su Google Photos ma anche su Flickr e facebook.". In Centro storico di Barzio, Estate, Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Google Photos]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (17 giugno 2015). "Per documentare un monumento ai caduti servono numerose fotografie. Il sole della mattina di mercoledì 17 giugno e l'attrezzo che ho comprato 6 mesi fa, una macchina fotografica Samsung NX3000, mi aiutano a lasciare degnamente immagini del monumento ai caduti di Barzio nella centralissima Piazza Garibaldi. La lapide al centro, con i nomi dei caduti del 1915-1918, che proseguono dalla prima, da Moneta Calimero a Valseschini Giovanni, e quelli del 1940-1945, morti in Grecia, Albania, Germania.". In Monumento ai caduti di Barzio e Piazza Garibaldi. [Foto di Flickr]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (2 agosto 2013). "La mia attenzione a cavallo di agosto 2013 è per il pregevole monumento che domina la piazza di Barzio. Qui la terza lapide, con i nomi di altri caduti e dispersi, che portano alla memoria i giorni tristi delle guerre.". In In giro per Barzio. [Foto di Facebook]. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Guerra di Abissinia". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
- Mauro Vezzoli (24 agosto 2013). "Un bel dettaglio del monumento ai caduti, con la lampada e l'elmetto che proiettano l'ombra sulla stele, il bassorilievo, la criniera del leone, il sasso, la punta della bandiera.". In In giro per Barzio. [Foto di Facebook]. Consultato il 4 novembre 2024.
- Cantini Aurora (29 agosto 2022). "Il Leone di Bronzo della Valsassina". Le Ali dell'Aurora. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Simboli". In Barzio. Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Monumenti e lapidi". 14-18. Consultato il 4 novembre 2024.
- "Giuseppe Mozzanica". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 4 novembre 2024.
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